Matteo Tirapelle dal DE all’Australia: Ingegneria mi ha insegnato a lavorare "under pressure" e a risolvere i problemi

Riprendiamo gli appuntamenti con la rubrica #BrandAmbassadorDE con la testimonianza di Matteo Tirapelle: vicentino, classe 1980, laureato in Ingegneria Civile presso il DE. Attuale Managing Director di Hera Engineering, azienda fondata dallo stesso Tirapelle nel 2015, con headquarter a Perth (Western Australia) e uffici a Brisbane e Gold Coast nel Queensland (Australia) e Canberra (Australian Capital Territory).

Ma partiamo dall’inizio.


Matteo, raccontaci il tuo percorso: innanzitutto perché Ingegneria a Ferrara?

Al momento della scelta dell’università ero abbastanza combattuto tra Architettura e Ingegneria. Invece non avevo dubbi sulla destinazione: Ferrara. È una città bellissima e a misura di studente. È molto vivibile ed effettivamente ho bellissimi ricordi di quel periodo. Essendo di Vicenza, per frequentare l’università mi sono dovuto trasferire, e devo dire che sono molto contento di aver fatto questa scelta. Tra l’altro avevo sentito “Horror Stories” di miei amici che avevano scelto città più dispersive ed atenei più grandi per frequentare l’università, per cui Ferrara mi è sembrata la soluzione migliore. Quando è arrivato il momento dell’iscrizione, ho optato per Ingegneria perché mi hanno convinto percorsi, ambiente e materie di studio.

Com’è stato il tuo percorso al DE?

È stato un percorso molto lineare, senza intoppi e sono contento di averlo portato a termine nei tempi previsti.  Sono sempre riuscito a coniugare gli studi con la mia grande passione, il Windsurf. Proprio per poter trascorrere i mesi caldi lontano dai libri, portare avanti la mia passione e allo stesso tempo lavorare, cercavo di sostenere tutti gli esami previsti entro l’avvio della stagione estiva. Questa suddivisione delle attività (studio/divertimento/lavoro) mi ha consentito di sviluppare un’altra dote fondamentale per il mio ruolo attuale, che riguarda l’aspetto comunicativo e relazionale.

Sono certo che se non avessi fatto Ingegneria a Ferrara non sarei dove sono adesso. L’ambiente a misura di studente del DE facilita molto i rapporti interpersonali, anche con i docenti. Al DE ho trovato un ambiente molto propenso all’ascolto e docenti davvero motivati a trasmettere qualcosa in più oltre alle nozioni tecniche. Inoltre, è un ambiente flessibile che ha saputo adattarsi perfettamente ai miei progetti per il futuro.

Qual è la dote principale che ti ha trasmesso il DE?

Credo che le caratteristiche fondamentali che identificano un buon ingegnere siano la capacità di lavorare sotto pressione e la capacità di risolvere problemi. Ecco: credo che nel mio caso entrambe queste capacità siano figlie del mio percorso a Ingegneria. Al DE ho imparato “come pensare” per trovare soluzioni. Il percorso di laurea in Ingegneria non è semplice, ci sono momenti davvero stressanti. Ma è proprio lì che impari a gestire situazioni complesse e a individuare la soluzione migliore che ti permetta di raggiungere l’obiettivo.

Tornando al tuo percorso professionale: come sei arrivato in Australia, cosa ti ha portato lì?

Verso la fine del mio percorso universitario ho iniziato a sospettare che il mio futuro sarebbe stato fuori dall’Italia perché le opportunità lavorative con cui ero venuto a contatto non mi entusiasmavano. In questo senso, la mia passione per il Windsurf mi ha indirizzato. Infatti, appena ho terminato la Laurea Magistrale in Ingegneria Civile, sempre a Ferrara, ho sostenuto l’esame di stato e sono partito.

All’inizio non è stato semplice. I primi mesi ho lavorato duramente per imparare bene la lingua. Bisogna anche considerare che in Australia ti laurei a 21 anni. Quando sono arrivato io ne avevo 26, per cui ero in ritardo di cinque anni rispetto ai miei pari. Una volta rafforzate le mie competenze linguistiche, circa un anno dopo il mio arrivo sono entrato in un’azienda del settore ingegneristico dove sono rimasto per sette anni. Mi offrirono la possibilità di diventare socio dell’azienda, ma decisi di mettermi alla prova e di aprirne una mia.

Adesso di cosa ti occupi?

Come dicevo, nel 2015 ho avviato Hera Engineering, azienda con sede principale a Perth che si occupa di consulenza e progettazione nel settore dell’ingegneria strutturale e dell’ingegneria delle costruzioni, dove ricopro il ruolo di Managing Director. L’azienda, che attualmente conta 35 dipendenti, è specializzata nella progettazione e nello sviluppo di grattacieli. Fin dall’avvio di questo progetto ho avuto grandi soddisfazioni. Sono molto fiero del mio percorso. Siamo riusciti in poco tempo ad entrare nel mercato delle multinazionali e abbiamo ottenuto risultati incredibili:

  • Nel 2018 ho vinto il premio personale 40Under40 Award, il premio dedicato ai 40 migliori imprenditori under 40 della Western Australia;

  • Nel 2021 Hera Engineering ha vinto Western Australia Business of the year; partecipano a questo premio aziende di ambiti differenti, non solo del settore ingegneristico, e grazie all’innovazione che abbiamo portato nel nostro campo siamo stati in grado di battere colossi come Perth Airport e Optus Stadium;
  • Nel 2022 ho vinto Western Australia Ingegnere dell’anno;

  • Un altro importante risultato riguarda la progettazione e la costruzione di uno dei grattacieli più alti di Brisbane: the One, che conta 82 piani e un’altezza di 264 metri.

Cosa suggeriresti ad uno studente o a una studentessa in procinto di scegliere l’Università?

Sicuramente di fare una scelta ragionata seguendo in primis le proprie passioni. Allo stesso tempo mi sento di suggerire di tenere sempre uno sguardo attento a quello che succede al mondo fuori dall’università. Questo perché, soprattutto quando si parla di indirizzi tecnici scientifici, la parte umanistica di relazione, le cosiddette soft skills, acquistano un valore molto importante. È fondamentale essere preparati e avere una solida formazione, ma è importante saperla trasmettere: saper comunicare, creare relazioni, imparare a parlare con le persone. In questo l’università italiana ha una marcia in più, perché prevede esami orali, e già questi sono una prima occasione per mettersi alla prova.

D’altra parte, parlando per la mia personale esperienza, credo che per il mio percorso sia stato molto importante anche lavorare in estate come istruttore di windsurf nei villaggi turistici. Sono situazioni in cui ti metti in gioco. Ti permettono di parlare di te e di quello che fai con persone molto differenti tra loro, che fanno lavori diversi. Impari a calibrarti. Credo che anche questa sia un’esperienza che mi ha permesso di diventare quello che sono.


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